Mario Celso

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Iniziai ad occuparmi di bonsai all’età 11 anni e ben presto mi resi conto come questo fosse il cammino più adatto a me. Nella non breve carriera ho avuto modo di girare il mondo e conoscere molte persone e, al contempo, apprezzare quei familiari che hanno avuto una grande influenza su di me. Io ne ho avuti, tutti grandissimi!

Mio zio Mario Celso era un uomo si straordinario genio, questo è riconosciuto da tutti, io però lo appresi in una occasione particolare. Tra le tecniche bonsai primeggia la legatura a filo di rame o alluminio per modellare le forme degli alberi e creare così opere mirabili. Oggi, per questo scopo, si importano dal Giappone fili di qualità altissima, che negli anni ottanta non si trovavano facilmente. Io mi arrangiavo con il filo per uso elettrico: eravamo gli albori del bonsaismo italiano.

Mario mi disse un giorno che in azienda aveva degli scarti di filo che venivano gettati nei cassoni del metallo riciclato e che avrei potuto prendere ciò che mi serviva. Le bobine, mi spiegava, venivano fatte con un pezzo di filo intero senza legamenti e ciò le rendeva di altissima qualità, ma procurava un certo volume di scarti.

Un pomeriggio dei primi anni ottanta, tornato da scuola, andai in IREM che allora era ancora a Sant’Antonino e con zio Mario andai nel retro dove si trovavano alcuni cassoni pieni di rottami divisi per tipo di metallo, rame, alluminio, ferro, ecc. Mi fermai con lui davanti a quello del rame ed iniziammo a scegliere il filo componendo piccole matasse delle misure utili per i miei bonsai. In IREM il rame ha sempre avuto un ruolo fondamentale per cui probabilmente questi sprechi non piacevano a Mario, anche se erano i tempi in cui la qualità faceva la differenza. Mentre trafficavamo si fermò di scatto e con il suo fare sincero mi disse: “Ah, vedi, guarda qui! Che spreco!! Io mi sarei già messo ad inventare qualche apparecchiatura per usare questi scarti che invece oggi si buttano via!”.

Mi chiedo quale grande insegnamento ci sia per noi in quella frase, e soprattutto quanto sia contemporanea! Era un grande!

* Massimo Bandera è un esperto e noto bonsaista, Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme, cittadino di Sant’Antonino – www.massimobandera.it