Mario Celso

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Signori buonasera,
lo sono stata una delle poche persone fortunate che ha potuto raccogliere una parte delle ultime testimonianze del Sig.Celso, sono ben lieta quindi di parlare in questa occasione dei ricordi che mi legano a lui. A questi ricordi ho voluto dare un titolo: Conoscere, restarne affascinati e non poter dimenticare Mario Celso.
I ricordi più forti del Sig. Celso di cui voglio parlare sono legati ad un episodio e a due suoi messaggi, voglio parlarne perché da questi che sono diventati i ricordi forti, io ne ho ricavato importanti regole di vita.
Mario Celso è stato per me una tra le poche persone che considero mie Maestre di vita, e Lui, tra queste, ha un posto molto in alto.
1°  episodio:
Ero in ospedale per un intervento, il mio umore non era certo dei migliori; il Sig. Celso, con mia grande sorpresa, mi mandò un libro, “Lilith”, una raccolta di racconti di Primo Levi, autore che Lui amava moltissimo e del quale molto spesso parlava. Nella prima pagina del libro il Sig. Celso mi scrisse una dedica, una frase mi colpì particolarmente: “Lui (mi scrisse riferendosi all’autore) dice che il libro contiene dei racconti allegri e tristi, come allegri e tristi sono i nostri giorni. Lei ora legga solo quelli allegri e torni presto”.
lo ho riflettuto molto su quanto e quale contenuto fosse racchiuso in così poche parole (ce ne sarebbe stato quasi da scrivere un altro libro); in ogni caso, da quelle parole, poche ma ricche di significato, ho imparato ad essere più positiva e a guardare avanti con più sicurezza, rimuovere velocemente i ricordi degli eventi negativi e concentrarmi su quelli positivi.
Mario Celso aveva la capacità di racchiudere in frasi concise ed essenziali grandi insegnamenti.
I suoi messaggi: Il 1°:
È un messaggio che tutti coloro che hanno conosciuto Mario Celso sicuramente ricordano, perché lui lo ripeteva frequentemente, era quasi una Sua idea forza:
“Per avere successo nella vita, bisogna amare e avere passione per il proprio lavoro”.
Il 2°:
Non è forse così noto, ma io lo trovo grande ed è per questo che lo voglio raccontare.
Era il suo modo per sgridarmi alla sera. lo allora ero qui a S.Antonino e alla sera, quando vedeva la luce accesa nel mio ufficio dopo una certa ora, arrivava e mi diceva: Ma lei ce l’ha una casa? E, alla mia risposta affermativa, mi diceva: e allora ci vada. Poi, si sedeva e mi raccontava episodi ed aneddoti della sua vita, che avevano però sempre un filo conduttore, le cose importanti della vita, ed ogni volta il suo discorso finiva all’incirca così: “Si ricordi che bisogna sapersi creare le condizioni per vivere bene, nel senso di stare bene con se stessi, trovando soddisfazione in tutto ciò che onestamente si fa, ma ricordandosi anche di sapersi ritagliare ogni giorno (e per questo mi mandava a casa) lo spazio per una piccola gratificazione personale, dedicandosi un po’ di tempo, prendendosi cura di se stessi e rispettandosi, insomma facendo ogni giorno un po’ di quello che ci piace”.
Oggi, è proprio Lui che ci offre l’opportunità di vivere un momento di soddisfazione e di piacere, un momento in cui possiamo sentirci bene partecipando a questa cerimonia, in questa Via, che in Suo Onore, da oggi, 2 settembre 2005, ne porterà il segno.
Grazie Signor Celso!
2 settembre 2005